I tetti e le coperture sono parti degli edifici potenzialmente esposte a possibili incendi, poiché le fiamme tendono a salire verso l’alto e sono alimentate dalle strutture stesse del tetto e da tutto quello che è installato al di sopra. Le normative sulla prevenzione degli incendi e sulla protezione dal fuoco è materia molto complessa. La presenza poi di sistemi fotovoltaici con relativi cablaggi, è un fattore di rischio che va considerato: la valutazione del rischio incendio pannelli fotovoltaici è quindi un aspetto centrale vista la presenza di corrente elettrica.
Prevenzione Incendio Tetto con Pannelli Solari: rischi e possibili soluzioni
Come qualsiasi parte dell’impianto elettrico di una abitazione o di un edificio commerciale/industriale, anche gli impianti fotovoltaici devono essere realizzati e manutenuti nel rispetto di regole precise. Negli impianti fotovoltaici uno dei maggiori fattori di rischio sono le alte tensioni dei cavi di stringa, in particolare negli impianti industriali. Non a caso gli incendi di questo tipo accadano quasi sempre su grossi impianti.
Cause di Incendio più diffuse
I pannelli, negli impianti industriali, arrivano tensioni fino ai 1000 Volt. In questi casi, se nell’impianto si dovesse verificare un problema c’è il pericolo di innesco di scintille (“arco elettrico”). E’ possibile che si sviluppi un arco elettrico anche all’interno del pannello per difettosità delle saldature tra cella e cella oppure per ossidazione creatasi a seguito di perdita di ermeticità del pannello. Se, in questo caso si è in presenza di materiale facilmente infiammabile (ad es. coperture o lucernari in materiale plastico o in legno) è molto facile che si inneschi un incendio.
Un secondo rischio di incendio dei pannelli è dovuto al fenomeno cosiddetto di “hot spot”, ovvero al riscaldamento localizzato. Nei moduli, è impossibile che tutte le celle fotovoltaiche siano perfettamente identiche, a causa di inevitabili lievi differenze in fase di fabbricazione. Inoltre può anche accadere che una parte dell’impianto sia in ombra, o anche semplicemente più sporca (presenza di foglie, polvere): perciò, due stringhe di moduli collegate in parallelo non avranno mai perfettamente la stessa tensione. Di conseguenza, si potrebbe verificare una corrente interna inversa che potrebbe provocare danni o surriscaldamenti localizzati: l’hot spot. Per evitare ciò nei circuiti elettrici si inseriscono appositi diodi: la mancanza dei diodi, ovvero il posizionamento di diodi in numero o di caratteristiche insufficienti, ovvero il loro posizionamento scorretto ovvero, la scelta di materiale non idoneo, ecc. sono tutti fattori che possono provocare l’hot spot, con conseguente rischio di innesco.
Poliurea: isolante di alto livello per la prevenzione incendio tetto
Una soluzione per la prevenzione incendio del tetto è sicuramente un rivestimento in poliurea: l’isolamento tra impianto e strutture sottostanti garantiscono una minore propagazione delle fiamme ed evitano che esse vadano a innescare su materiali infiammabili.
Le soluzioni in poliurea certificate Broof permettono di intervenire nella prevenzione incendio tetto con prodotti conformi alla normativa. I metodi di prova e le prestazioni al fuoco sono definite nella normativa UNI CEN/TS 1187. La circolare dei Vigili del Fuoco accetta l’utilizzo dei pacchetti di copertura classificati secondo la norma come BROOF (t2), BROOF (t3) e BROOF (t4). L’identificazione del metodo di prova utilizzato è indicato con (t1), (t2), (t3), (t4), dove la progressione numerica non indica una maggiore e minore resistenza al fuoco ma il diverso metodo di prova. Le prestazioni sono identificate con le lettere: la BROOF indica la massima classificazione possibile mentre FROOF indica l’assenza di prestazione. Il metodo di prova dei rivestimenti per le coperture (t4) prevede:
– nessuna penetrazione della copertura entro 1 ora
– nella prova preliminare, dopo il ritiro della fiamma di prova, i campioni bruciano per < 5 minuti
– nella prova preliminare la propagazione del fuoco è < 0.38 m attraverso la zona danneggiata
E se si crea una infiltrazione dal tetto? Nessun problema con la Poliurea
Molti proprietari di immobili provvisti di impianto fotovoltaico sanno che una eventuale infiltrazione nell’isolamento del tetto rappresenta un serio danno economico. Bisogna infatti smontare la parte di impianto in corrispondenza dell’infiltrazione per sostituire la guaina o l’isolante interessata.
La poliurea ha una durata e una resistenza pressoché infinite: non ci sarà quindi la possibilità che si verifichino infiltrazioni sul tetto e, di conseguenza, nessuna necessità di smontare l’impianto.
Questa soluzione, quindi, a lungo termine determina un vantaggio economico non indifferente visti i costi ed i rischi di un intervento invasivo, spesso effettuato in punti difficili da raggiungere.
Poliurea Lecce: Veco Equipment è distributore ufficiale Graco
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